
Fino al 31 marzo sarà possibile assistere presso il Teatro Brancaccio allo spettacolo “Priscilla – La regina del deserto”.Questo musical tratto dal film The Adventures of Priscilla Queen of the Desert di Stephan Elliot uscito nel 1994 – vincitore di un BAFTA e del premio Oscar 1995 per i migliori costumi, fu presentato nella sezione Un Certain Regard al 47° Festival di Cannes – racconta la storia di Mitzi, Bernadette e Felicia, tre Drag Queen australiane … o meglio, due drag queen ed un transessuale.
Lo spettacolo racconta il viaggio delle protagoniste da Sidney verso Alice Springs, con il loro originale mezzo di trasporto: un vecchio torpedone che ribattezzeranno per l’occasione Priscilla, la regina del deserto!
Lo spettacolo che dura all’incirca 3 ore (finalmente in Italia possiamo vederlo nella sua versione integrale) è più che un semplice musical, è un caleidoscopio di colori, glitter, abiti pazzeschi, performer di talento, musica live e boa di struzzo.
Ogni elemento dello spettacolo è al posto giusto, nulla è fuori posto, anzi, forse è anche tutto troppo perfetto.
Ad iniziare dall’aria che si è respirata in teatro non appena è scesa, sulla platea del Teatro Brancaccio, un’enorme palla stroboscopica che ha illuminato l’ambiente dando quel tocco di disco anni 80/90, elemento a cui poi si sono aggiunte le prime note di “It’s Raining Men” canzone portata al successo dall’ex Spice Girl Geri Halliwell.
Da quel momento in poi è stato tutto un susseguirsi di emozioni, tante risate ma anche molti spunti di riflessione!
Perché Priscilla non è propriamente uno spettacolo tutto lustrini e piume di boa, è – a mio parere – anche la rappresentazione di uno spaccato di vita che ci tocca abbastanza da vicino.

I tre personaggi, in modi diversi, mostrano tre facce della stessa medaglia:
Mitzi – interpretata da un grandioso Cristian Ruiz e vera protagonista dello show – è colei la quale decide di mollare tutto per partire… il perché? Una ex moglie che gli chiede aiuto per un nuovo spettacolo per il suo casinò ed un figlio che non vede l’ora di conoscere suo padre.
Si, avete capito bene, una drag queen ex etero sposato con un figlio di 6 anni che parte per questo viaggio nascondendo la verità alle sue compagne. Mitzi però non è esente da turbamenti per quello che sta facendo, anzi ha dentro di sé tanta ansia a causa del doversi mostrare per quello che davvero è a suo figlio. Il tutto si risolverà quando Mitzi si renderà conto che suo figlio non ha problemi ad accettarlo per quello che è, regalando al pubblico un momento molto toccante sulle note di Always On My Mind di Elvis Presley.
Bernadette – interpretata da Manuel Frattini – è la signora del trio, colei che entra in scena su una specie di trono (unico scranno adatto ad un personaggio di questo calibro) tutta vestita di nero, piangendo il lutto per la perdita del suo compagno. La sua evoluzione da stella “decaduta” del mondo dello spettacolo drag a rinata stella arriverà grazie all’incontro con Bob – interpretato da Stefano De Bernardin – che le farà tornare la voglia di amare e di esprimersi al massimo. Bernadette è sicuramente il personaggio più maturo dei tre, infatti la scelta di Manuel Frattini per interpretarla cade più che a pennello, poiché proprio grazie alla sua maturità artistica riesce a dare quel tocco di classe che la rende la vera stella dello show.
Infine Felicia, interpretata da Mirko Ranù – è sicuramente il personaggio verso cui mi è rimasta più curiosità, quello che avrei voluto approfondire di più poiché porta ogni sera sul palco forse il lato della medaglia che è più vicino alle nostre generazioni e cioè l’instabilità emotiva, quel continuo cercare soddisfazione e divertimento senza capire che continuare così potrebbe procurarci non pochi guai, proprio come quelli che Felicia incontra nell’ultima tappa prima di arrivare ad Alice Springs.
In fondo potrei sbagliarmi, ma ogni spettatore percepisce qualcosa di diverso quando guarda spettacoli del genere, per me la contemporaneità dei messaggi lasciati da Priscilla è palese, come è anche palese l’amore che il pubblico – il più eterogeneo io abbia mai visto seduto a teatro – ha per questo spettacolo.
Chi conosce il mondo delle Drag Queen saprà bene che durante le loro esibizioni non si canta mai dal vivo.
“Prima regola delle Drag Queen, noi cantiamo sempre in playback” ed un playback così pazzesco credo si trovi molto difficilmente, le tre Divas Arianna Bertelli, Natascia Fonzetti ed Alice Grasso hanno lasciato tutti senza fiato grazie alle loro prestazioni vocali straordinarie.
In uno spettacolo così caleidoscopico, dove la coralità è forse uno degli elementi più centrali – momenti meravigliosi dove colori e movimenti si univano per regalare armoniosi giochi ottici ad un pubblico estasiato – non si può non accennare ai costumi pazzeschi creati da Tim Chappel e Lizzy Cardiner, alle coreografie di Ross Coleman e Andrew Hallsworth e al lighting design di Nick Schlieper.
Inoltre e non smetterò mai di dirlo, ogni spettacolo che si presenta al pubblico con band dal vivo merita il doppio, se non il triplo degli applausi, la forza della musica live te la senti scorrere dentro come fuoco, è quindi il valore aggiunto di musical di questo calibro.
Priscilla – la regina del deserto è quindi non un semplice spettacolo da vedere, è uno spettacolo da vedere e rivedere più e più volte. È colorato, frizzante, pieno di vita e fa ridere, ma soprattutto anche nelle battute più spinte non è mai volgare. Sarà proprio per questo che il suo pubblico è così eterogeneo, Priscilla non stanca mai.
In un mondo drag così colorato questo spettacolo è come il nero, sta bene su tutto… se poi ci aggiungiamo un po’ di glitter, ancora meglio.
Ilda Dinuzzi